LA SCUOLA ALFA
Una delle cose più importanti per migliorere le sorti di una nazione molto povera come la Tanzania è l’istruzione; per avere un giorno medici migliori, professori migliori, gente che metta le proprie capacità al servizio della nazione, gente che non si faccia calpestare i piedi...e come diceva il Maestro della Tanzania Julius Nyerere
“l’educazione non è un modo per fuggire dalla povertà ma un modo per combatterla!”.
“l’educazione non è un modo per fuggire dalla povertà ma un modo per combatterla!”.
In Tanzania le scuole statali sono numerose, ma il problema è che troppo spesso, per mancanza di risorse, sono mal funzionanti, mancano libri, banchi, strutture decadenti e soprattutto i professori lasciano le classi vuote preferendo fare lezioni di gruppo a pagamento il pomeriggio o altri lavori. Quindi molte associazioni religiose e non, hanno aperto scuole private per offrire un’istruzione adeguata ma con rette scolastiche altissime, rette che solo i benestanti possono permettersi. Queste scuole private sono diventate un investimento per creare profitto.
A Morogoro c’è un francescano, padre Riccardo Maria Riccioni che ha voluto andare totalmente contro corrente, come è nel suo stile, per dare l’esempio di come deve essere una scuola che aiuti la Tanzania.
Nel 2009 è stato costretto a chiudere, per le pressioni governative e di altre scuole private, una scuola secondaria completamente gratuita. Ma non abbandonando il suo desiderio, ha fondato quella che tutti conoscono come la scuola ALFA (Auto Liberation For Africa). La scuola non accetta nessun aiuto esterno si mantiene con le rette minime degli studenti tanzaniani. La fama di questa scuola in Tanzania è dovuta al fatto che la retta è bassa e allo stesso modo la qualità d’insegnamento ottima e così ci sono alunni che arrivano da ogni parte della Tanzania: Kilimanjaro, lago Vittoria, lago Tanganyika, Zanzibar, Arusha, ecc..
Alla ALFA ci sono più di 3500 alunni; al mattino studiano quelli che passano il test d’ingresso con l’età nei parametri nazionali, mentre il pomeriggio studiano quelli che non hanno passato il test o fuori età. 1600 studenti vivono nei dormitori della scuola; 1100 sono ragazze, le più bisognose di aiuto in questo paese.
Il suo primo intento è dare un’ ottima istruzione anche a chi non può permettersi rette troppo alte; secondo, dimostrare che si può fare funzionare una scuola con rette che sono un terzo delle altre scuole, senza nessun aiuto esterno!!! basta avere un’ottima gestione e non speculare. Certo all’occhio di un italiano abituato alle nostre scuole, le strutture della ALFA sembrerebbero decadenti, ma per chi vive in Tanzania, in casette ancora più fatiscenti la cosa non ha peso. Quello che loro vedono nella ALFA è l’importante possibilità di ottenere un diploma di scuola secondaria.
L’insegnamento è talmente buono che queste strutture non spaventano nemmeno persone più benestanti (addirittura figli di deputati del governo) e questo si può dire che a Riccardo dispiaccia, perché lui preferirebbe (come è nel suo stile) avere i più poveri, ma come dice lui: se alzi la retta puoi fare selezione, se la tieni al minimo indispensabile, cercando sempre di risparmiare dove è possibile, non puoi fare selezione.
Speriamo l’istruzione possa aiutarle a ribellarsi alla condizione dalla quale la donna africana e' sottoposta. Certo non e' semplice, ed e' una cosa che non si può attuare in maniera immediata, ma per fortuna c’è chi come Padre Riccardo che oltre a dare l’esempio, cerca di riempire le loro menti di nozioni e il loro cuore di moralità!
Padre Riccardo Riccioni ed alcuni studenti della scuola ALFA di Morogoro
Manuel (volontario) alla scuola ALFA con alcune studentesse del dormitorio
CHI E' PADRE RICCARDO
Frate Riccardo, ha scelto di vivere tra i poveri, ma soprattutto come i poveri. In Tanzania, dove lui trascorre le sue intense giornate, ha fondato una comunità di frati e suore in completa sintonia con il povero circondario, Ndugu Wadogo wa Africa, ovvero piccoli fratelli e sorelle d’Africa.
Avendo visto altre congregazioni religiose, dove la vita è molto più agiata, c’è da stupirsi a vedere che c’è chi decide di mettersi in gioco e farsi suo frate o sorella.
Avendo visto altre congregazioni religiose, dove la vita è molto più agiata, c’è da stupirsi a vedere che c’è chi decide di mettersi in gioco e farsi suo frate o sorella.
Quello che sta cercando di fare frate Riccardo è aiutare la Tanzania, vivendo il vangelo,da povero per i poveri. Il suo esempio di vita cristiana ci deve fare riflettere . La Tanzania è piena di congregazioni religiose che aiutano il popolo nei vari progetti, ma lo fanno dall’alto verso il basso. Vivono in conventi dove non manca nulla, mantenendo uno stile di vita molto al di sopra di chi dovrebbero aiutare . Creano solidarietà e invidia. Invidia per uno stile di vita che loro, i poveri, non si potranno mai permettere, un’invidia che li fa sentire inferiori e perdere la fiducia in se stessi. Ma è questo il modo di aiutare ed evangelizzare la Tanzania? Riccardo seguendo l’esempio di San Francesco, con il suo stile di vita radicale, cerca di vivere con l’essenziale perché sa benissimo che la gioia sta nell’essere e non nell’avere e vuole che la gente lo capisca.
In Tanzania è conosciuto come padre pekupeku, ossia padre scalzo; infatti seguendo le orme di San Francesco da più di 40 anni i suoi piedi assaporano il contatto diretto con la terra.
Un suo invidiabile dono, di cui tutti avremmo bisogno, è la coerenza. Nel 2013, tornato in Italia per 2 settimane in gennaio, ha preferito andare a piedi nudi tra il gelo, facendo ammalare il corpo, piuttosto che fare ammalare lo spirito…
Il suo più grande progetto materiale in aiuto di questo popolo è una scuola secondaria, la ALFA (Auto Liberation for Africa), con la retta più bassa di tutta la Tanzania, dove studiano 3500 alunni, ricevendo un'ottima istruzione . La scuola ALFA si mantiene esclusivamente con le rette degli studenti. Lui è il manager e cerca di rendere marcata la sua impronta di risparmio ed importanza dell’istruzione.
Alla scuola è anche professore di bibbia e divinity, materia in cui cerca di dare più nozioni spirituali possibili ai suoi studenti, perché quello che a lui più interessa è la loro formazione umana, prima di quella culturale! la sua vita fatta di coerenza verso ciò che predica fa si che le sue parole e le sue azioni continuino anche fuori dalla chiesa, arrivando ad essere una guida a cui fare riferimento per una vita di rispetto e amore.
Dove non può arrivare a parole, arriva con il suo esempio: è manager, eppure quando non digiuna e trova il tempo per mangiare va alle cucine, riceve un piatto di polenta e fagioli dagli avanzi, si siede in un angolo e dopo una sincera benedizione lo si vede mangiare, come se fosse un mendicante . In questi suoi gesti sta la sua grandezza.
In Tanzania è conosciuto come padre pekupeku, ossia padre scalzo; infatti seguendo le orme di San Francesco da più di 40 anni i suoi piedi assaporano il contatto diretto con la terra.
Un suo invidiabile dono, di cui tutti avremmo bisogno, è la coerenza. Nel 2013, tornato in Italia per 2 settimane in gennaio, ha preferito andare a piedi nudi tra il gelo, facendo ammalare il corpo, piuttosto che fare ammalare lo spirito…
Il suo più grande progetto materiale in aiuto di questo popolo è una scuola secondaria, la ALFA (Auto Liberation for Africa), con la retta più bassa di tutta la Tanzania, dove studiano 3500 alunni, ricevendo un'ottima istruzione . La scuola ALFA si mantiene esclusivamente con le rette degli studenti. Lui è il manager e cerca di rendere marcata la sua impronta di risparmio ed importanza dell’istruzione.
Alla scuola è anche professore di bibbia e divinity, materia in cui cerca di dare più nozioni spirituali possibili ai suoi studenti, perché quello che a lui più interessa è la loro formazione umana, prima di quella culturale! la sua vita fatta di coerenza verso ciò che predica fa si che le sue parole e le sue azioni continuino anche fuori dalla chiesa, arrivando ad essere una guida a cui fare riferimento per una vita di rispetto e amore.
Dove non può arrivare a parole, arriva con il suo esempio: è manager, eppure quando non digiuna e trova il tempo per mangiare va alle cucine, riceve un piatto di polenta e fagioli dagli avanzi, si siede in un angolo e dopo una sincera benedizione lo si vede mangiare, come se fosse un mendicante . In questi suoi gesti sta la sua grandezza.